BENE VEIN PLUS
CODICE FEDERFARMA 911192300
Ingredienti : Bioflavonoidi di Agrumi, Salice bianco e.s. 15% salicina, Vitamina C (Acido ascorbico), Calcio Fosfato Bibasico, Betacarotene 10% polvere, Lespedeza capitata e.s. 4%, Vitis vinifera s. e.s. 5% polif., Centella asiatica 3% triterpeni, Rusco e.s. 5% in ruscogenine, Meliloto e.s. 1% in cumarin, Ananas plv 250 GDU, Ippocastano e.s. 3% Escina, Betulla alba e.s. 1% Iperoside, Vitamina E adsorbato 50% Antiagglomeranti : Magnesio stearato vegetale, Silice colloidale. Opercolo in Gelatina Alimentare Colorante Titanio Biossido E171.
Indicazioni: Integratore di Salice bianco con Vitamina C e Vitamina E miscelati con Estratti di Piante Ricchi di Bioflavonoidi e Polifenoli che costituisce una ottima integrazione alla carenza di tali sostanze in diete non equilibrate.
Confezione da 36 capsule da 484 mg.
Posologia Consigliata 2 capsule al giorno con acqua.
Avvertenze: Si consiglia di non superare la dose indicata, salvo differente prescrizione medica. Conservare in luogo fresco ed asciutto lontano da fonti di calore. Tenere fuori dalla portata dei bambini al di sotto dei 3 anni. Non assumere durante la gravidanza.
ARCADIA, ha da sempre, alla base del suo essere il fortemente credere nella possibilità di poter vivere in un mondo migliore, ed ha sempre fatto della continua ricerca il suo perno portante, acquisendo, nel tempo, la stima e fiducia di medici, che, sempre più numerosi, dopo aver, seppur inizialmente con scetticismo, testato i nostri prodotti, non solo li hanno apprezzati e quindi prescritti ai loro pazienti, ma sono divenuti validissimo incentivo e supporto del lavoro di ricerca ARCADIA grazie alle indicazioni e suggerimenti che ci trasmettono.
Grazie a questa sinergia e valutando gli effetti già riscontrati con un altro prodotto ARCADIA, il BENEVEIN, ci si è domandati … “ma se il nostro BENEVEIN si è rivelato essere già ottimo prodotto mirato ad intervenire in persone sofferenti di disturbi venosi, ed in particolare con problemi di vene varicose, ritenzione idrica e ipertensione nervosa lieve, come poter migliorare tale formulazione, allargandone lo spettro di azione a 360 gradi??” Da qui il pensiero di modificare ed arricchirne la formulazione con il Salice Bianco (sostituto naturale dell’acido acetilsalicilico che è l’ingrediente principale della Cardioaspirina) ed il Betacarotene.
Farmacologia. Asma: aspirina a basse dosi riduce il rischio negli uomini. Gli uomini che assumono aspirina a basse dosi ogni giorno presentano una diminuzione del 22 percento di ricevere una diagnosi di asma: ciò suggerisce che l’aspirina possa ridurre lo sviluppo dell’asma nell’adulto, ma non implica che l’aspirina possa migliorarne i sintomi. E’ risultato comunque evidente che l’uso dell’aspirina a basse dosi porta ad una riduzione del 44 percento nel rischio di un primo infarto miocardico. Dato che l’incidenza dell’asma in questi pazienti non era parte dell’esito primario considerato nel presente studio, ulteriori studi randomizzati potrebbero aiutare a confermare questo apparente effetto additivo della terapia. (Am J Respir Crit Care Med. 2007; 175: 120-5). Anche in questo caso il nostro BENEVEIN PLUS si rivela essere un ottimo prodotto, poiché il contenuto naturale di salicina (praticamente l’acido acetilsalicilico in forma naturale) ben si offre ad intervenire per questo uso.
Cardioaspirina – cosa è !!
E’ un INIBITORE della AGGREGAZIONE PIASTRINICA, ANTICOAGULANTE. Dal punto di vista chimico-strutturale e funzionale è un antinfiammatorio non steroideo (FANS); e in quanto tale deve la sua attività all’inibizione dell’enzima “ciclossigenasi” e quindi della sintesi delle prostaglandine. Questo meccanismo d’azione è alla base della sua efficacia come antiaggregante piastrinico, ….. ma è anche alla base dell’inibizione di alcune sostanze essenziali nel mantenimento dell’integrità della mucosa gastrica.
Ecco dunque giustificata l’insorgenza di effetti indesiderati a livello gastrointestinale quali dolore e bruciori gastrici, nausea, dispepsia, etc. Con un’incidenza percentuale decisamente più bassa, e solo in pazienti predisposti, possono verificarsi anche episodi emorragici gastroenterici. Bisogna anche tener conto che la Cardioaspirina va usata con cautela nei pazienti in concomitante terapia con anticoagulanti orali (coumadin, sintrom), in pazienti asmatici ed in quelli ipersensibili ai salicilati. Infine va evitata la contemporanea e/o prolungata somministrazione di altri farmaci antinfiammatori non steroidei (diclofenac, ibuprofene, naprossene, nimesulide, etc.).
L’acido acetilsalicilico in essa contenuto (70-100mg) agisce bloccando, all’interno della piastrina, la sintesi del trombossano del tipo A2 a partire dall’acido arachidonico in quanto inibisce in modo irreversibile l’enzima ciclossigenasi che è un enzima chiave nella sintesi delle sostanze chiamate prostaglandine e quindi del trombossano A2 che è un potente agente aggregante e vasocostrittore (che poi realmente trombossano A2 sta per Alfa2 e il trombossano B2 sta per Beta2). Bisogna dire che l’ effetto inibitorio è molto rapido ed efficace in quanto si pensa avvenga nel circolo portale (epatico). La soppressione dell’enzima trombossano A2 sintasi dura per tutta la vita della piastrina, quindi all’ incirca 8-10 giorni; per questo periodo viene sospesa l’aggregazione della piastrina in questione. L’acido acetilsalicilico è attualmente impiegato per il trattamento preventivo dell’ischemia cerebrale transitoria e inoltre per ridurre l’ incidenza degli infarti del miocardio ricorrenti. E’ efficace nella prevenzione delle riocclusioni dei by-pass aorto-coronarici e nell’angioplastica coronarica percutanea transluminale; inoltre riduce la mortalità nei pazienti in fase di post infarto. In patologie quali la retinopatia ipertensiva e l’ateromasia è assolutamente razionale l’uso della CARDIOASPIRINA. La retinopatia ipertensiva si sviluppa soprattutto in caso di ipertensione essenziale cronica. Nella patogenesi e nel decorso di questa patologia viene a giocare un ruolo purtroppo determinante anche l’arteriosclerosi, che in parole povere si identifica con un ispessimento delle arterie. Per ateromasia si intende quella complessa situazione in cui la formazione diffusa di placche (depositi di grasso, calcio e fibrina) vanno ad ostruire il lume delle nostre arterie, con conseguente riduzione del loro calibro. In entrambe le situazioni subentra poi un altro protagonista, la piastrina, che – quando attivata – aggrega con facilità e rapidità, inducendo un’ulteriore riduzione del lume dei vasi, con il rischio consequenziale di occlusioni e trombi.
ALTRE INFORMAZIONI.
FANS (farmaci antinfiammatori non steroidi).
Sono medicine sintomatiche antinfiammatorie, antifebbrili (antipiretiche), e analgesiche. Sintomatiche significa che non influiscono sulla malattia, ma servono a controllare i sintomi causati dall’infiammazione. Agiscono bloccando un enzima (cicossigenasi) che è importante per la formazione delle sostanze che causano l’infiammazione. D’altra parte queste sostanze (chiamate prostaglandine) hanno anche un ruolo fisiologico nel corpo che include la protezione dello stomaco, regolazione del flusso di sangue ai reni, ecc. Queste conseguenze fisiologiche spiegano gli effetti collaterali più comuni dei FANS. L’aspirina o acido acetilsalicilico è un FANS, ma, anche se a basso costo ed efficace, è molto meno usata, rispetto ad altri farmaci (es: naprossene, ibuprofene), a causa dei suoi effetti collaterali. La combinazione di diversi FANS non è indicata.
Nel 1971, JR Vane, scoprì che l’effetto antinfiammatorio e analgesico dell’acido acetilsalicilico e dei FANS è legato all’inibizione di un enzima, la cicloossigenasi (COX), fondamentale per la produzione delle prostaglandine. Vent’anni dopo tale scoperta è stata dimostrata l’esistenza di sue isoforme di questo enzima. La prima (COX 1) è normalmente presente nei tessuti, dove stimola la sintesi delle prostaglandine che regolano le normali attività cellulari, contribuendo a processi fisiologici quali la citoprotezione gastroenterica, il flusso renale e l’aggregazione piastrinica. La seconda (Cox 2), quasi assente in condizioni fisiologiche, viene espressa in corso di infiammazione sotto lo stimolo di fattori mitogeni e citochine. I dati di ricerca disponibili dimostrano, con sufficiente certezza, che gli effetti terapeutici dei FANS sono in gran parte dovuti all’inibizione della Cox 2, mentre gli effetti avversi (in particolare gastro e nefrotossicità) sono legati all’inibizione della COX 1. L’aspirina e il salicilato di sodio sono stati i primi FANS ad essere introdotti nella pratica clinica ai primi del ‘900. Infatti l’aspirina è considerata il prototipo dei FANS nonostante l’introduzione di nuovi congeneri. E’ tuttora il farmaco analgesico-antipiretico-antinfiammatorio più usato e rappresenta il termine di paragone per la valutazione e il confronto con altri analgesici periferici.
EFFETTI COLLATERALI GENERALI DEI FANS
L’effetto collaterale principale dei FANS è la gastrolesività che comprende sintomi come la dispepsia, pirosi, disturbi addominali e lesioni della mucosa (erosioni ed ulcere) che a volte possono essere associate a gravi complicanze come emorragia e perforazione gastrica.
Il principale è il sanguinamento gastrico dopo trattamento cronico.
ACIDO ACETILSALICILICO acido acetilsalicilico (ASA) – formula C9H8O4. Il nome “Aspirina” fu brevettato dalla Bayer il 6 marzo 1899, ma in molti paesi è diventato il termine generico per indicare l’acido acetilsalicilico. La Bayer perse tuttavia il diritto ad usare il proprio marchio in molte nazioni, dopo che gli Alleati occuparono e rivendettero le sue proprietà dopo la prima guerra mondiale. Il diritto ad usare il marchio “Aspirina” negli Stati Uniti fu acquistato nel 1918 dalla Sterling Drug Inc.. Già nel 1917, prima ancora che il brevetto scadesse, la Bayer non riuscì ad impedire che il nome e la formula del farmaco fossero impiegati da altri. Sul mercato apparvero quindi “Aspirine” prodotte da numerose diverse case farmaceutiche finché nel 1921 una sentenza della corte federale degli Stati Uniti fece di “aspirina” un nome generico non più soggetto a brevetto. In altre nazioni, tra cui l’Italia ed il Canada, il nome “Aspirina” è invece ancora un marchio registrato.
Per poter al meglio comprendere l’ottima funzionalità del formulato del nostro BENEVEIN PLUS siamo, di seguito, ad indicare le caratteristiche e relative funzionalità dei suoi ingredienti:
Bioflavonoidi di Agrumi: Furono scoperti dallo scienziato ungherese Albert Szent-Gyorgyi, lo scopritore della vitamina C (premio Nobel nel 1937), il quale osservò che i bioflavonoidi hanno un effetto sinergico con la vitamina C, e hanno grande importanza nel rafforzare i vasi sanguigni, soprattutto i capillari. I bioflavonoidi aumentano la resistenza dei capillari e regolano la loro permeabilità, sono essenziali per la protezione dall’ossidazione della vitamina C, proteggono dalle emorragie e dalle rotture dei capillari, svolgono attività antivirale e anticancerogena; l’azione più marcata si ha contro i virus della poliomielite, dell’epatite A e B, dell’influenza e dell’ HIV. Un altro vantaggio dei bioflavonoidi è che sono innocui, e che non interferiscono con la capacità di coagulazione del sangue, quando è opportuna per la rimarginazione di ferite. Essi restituiscono la normale resistenza alle pareti dei capillari, senza provocare un “ispessimento”del sangue: i bioflavonoidi sono cioè dei normalizzatori del flusso sanguigno nei capillari e nelle vene. Tra i fattori antagonisti dei bioflavonoidi, ci sono il fumo, lo stress, l’aspirina, il cortisone, gli antibiotici, il caffè, mentre il loro assorbimento è migliorato dalla vitamina C, dal calcio e dal magnesio. Le proprietà di assorbimento e deposito dei bioflavonoidi sono molto simili a quelle della vitamina C. Essi vengono prontamente assorbiti dal tratto intestinale e immessi nella corrente sanguigna. Quantità in eccesso vengono eliminate attraverso le urine e la traspirazione. I bioflavonoidi sono sostanze antinfiammatorie, esplicano azione antispasmodica e immunomodulante, sono utili per rafforzare i capillari; si sono rivelati efficaci nel trattamento della fragilità capillare, e si è riscontrato che riducono al minimo le contusioni che si verificano negli sport da contatto, nelle persone predisposte agli ematomi ed in quelle ipertese.
Salice bianco: Salice bianco (Salix alba L). La corteccia del Salice bianco (Salix alba) possiede dei derivati salicilici, soprattutto il Salicoside, che ha le medesime proprietà dell’aspirina (acido acetilsalicilico), senza condividerne gli effetti collaterali. Principi attivi: salicina, tannino – Proprietà: Il salice bianco possiede l’azione antiperetica e antireumatica caratteristica dell’acido salicilico e dei suoi derivati, azione dovuta alla presenza di salicina. Leclerc (1913) riferì buoni risultati nell’attenuazione dei sintomi dolorosi e la scomparsa delle turbe nervose che ne conseguono.
Vitamina C: Una riserva importante si trova nelle ghiandole surrenali e nei momenti di maggior tensione s’impoverisce notevolmente, nei momenti di stress le surrenali rilasciano epinefrina e norepinefrina. Aumenta la resistenza dell’organismo, rafforza la funzione dei fagociti, aumenta la produzione di anticorpi, stimola la sintesi di interferone, la biosintesi della carnitina, anticolesterolo, antistress, distrugge i radicali liberi ossigenati, il radicale ossidrile, il radicale superossido, il radicale di ossigeno, partecipa ai processi di respirazione cellulare, interviene nello sviluppo dei fibroplasti, nella sintesi del collagene, nella formazione degli ormoni surrenalici, favorisce l’assorbimento del ferro (in dosi di 200-500 mg) incrementando il tasso di emoglobina, zinco, calcio, magnesio, etc., contrasta gli effetti tossici della nicotina, del benzoato, dei composti azotati, dei citotossici, delle radiazioni ionizzanti, inattiva le tossine batteriche, interviene nel trasporto dell’ossigeno e degli elettroni, indispensabile per le attività vitali di tutte le cellule, indispensabile per la produzione di energia soprattutto muscolare, previene l’accumulo di istamina (responsabile di allergie), modula le prostaglandine (mediatori dei processi infiammatori), previene la degenerazione cellulare (fra cui il processo di invecchiamento), previene i danni provocati dal formolo, protegge occhio e polmone, converte cistina (da origine alimentare) in cisteina, etc. etc. Una sua funzione molto importante è quella di mantenere in attività il collagene, una proteina necessaria per la formazione del tessuto connettivo della pelle, dei legamenti e delle ossa. Rigenera la vitamina E. Agisce contro OH-, O2-. La capacità dell’organismo di assorbire la vitamina C viene ridotta dal fumo, dallo stress, dalla febbre alta o dall’inalazione di gas derivati dalla combustione del petrolio.
Betacarotene: è un precursore della vitamina A e si trova in natura in molti prodotti tra cui la carota. Neutralizza anche molti dei danni del fumo di sigaretta. E’ una sostanza simile agli ormoni femminili. Il Beta Carotene è necessario per la corretta crescita e riparazione dei tessuti corporei; aiuta a mantenere pelle liscia e morbida e sana; aiuta a proteggere le mucose della bocca, del naso, della gola e dei polmoni, riducendo così la suscettibilità alle infezioni; protegge contro gli agenti inquinanti (azione antiossidante contro gli effetti nocivi dei radicali liberi); contrasta la cecità notturna e la vista debole, ed è quindi fondamentale per una buona vista; e aiuta nella formazione di ossa e denti. L’attuale ricerca medica dimostra che i cibi ricchi di Beta Carotene aiutano a ridurre i rischi di tumore ai polmoni (soprattuto nei fumatori che ‘bruciano’ letteralmente molta vitamina A e certi cancri della cavità orale. A differenza della Vitamina A estratta dall’olio di fegato di pesce, il Beta Carotene non è tossico.
Il suo uso riduce l’incidenza dei tumori e delle malattie cardiovascolari.
Lespedeza capitata: pianta dalle proprietà diuretiche (osmotiche e decloruranti), ipocolesterolemizzanti e capillarotrope. Utile nei trattamenti dietetici per la sua funzione di epatoprotettore, coleretico, antidislipidemico e vasoprotettore.
Centella asiatica : stimolante del sistema nervoso centrale, nota soprattutto per le sue proprietà antivaricose, cicatrizzanti, antinfiammatorie e anticellulitiche. Indicata nelle varici, nelle emorroidi, nelle alterazioni del trofismo cutaneo, strie rube, nella cellulite edematosa, ritardi di cicatrizzazione e malattie del collagene. Tonifica e ripara il tessuto connettivo permettendo la cicatrizzazione di vecchie smagliature, evitando la formazione di nuove durante il dimagrimento.
Vitis vinifera : Non è altro che la vite comune, pianta che appartiene alla famiglia delle Vitaceae e da cui viene estratto il vino. E’ anche una pianta medicinale usata per la sua azione capillaroprotettrice nella terapia dell’insufficienza venosa cronica degli arti inferiori. Per quanto riguarda i composti chimici presenti nella pianta, grande attenzione dal punto di vista scientifico è stata data alle proantocianidine. Altri composti presenti nella Vitis vinifera sono altri flavonoidi (come la quercitrina, la quercetina e l’iperina), composti stilbenici, flavonoidi, tannini, catechine e altri glicosidi. Le proantocianidine sono composti di tipo flavonoide che hanno mostrato in studi condotti in laboratorio di possedere attività antiossidante e che sono utilizzati nel trattamento dei disturbi della circolazione periferica. E’ stato anche dimostrato che, nell’animale da laboratorio nutrito con una dieta arricchita in proantocianidine, all’aumento dell’attività antiossidante si accompagna un effetto protettivo nei confronti della cardiopatia ischemica. Altri studi sperimentali hanno suggerito che, grazie alla loro attività antiossidante, le proantocianidine ottenute dai semi di Vitis vinifera potrebbero essere usate nei soggetti affetti da cancro, per attenuare gli effetti tossici associati alla somministrazione di chemioterapici. Attraverso un’azione stabilizzante a livello dei vasi capillari prevengono l’aumento della permeabilità vasale producendo un’azione protettiva. L’attenzione dei ricercatori si è focalizzata su un’altra sostanza presente nella Vitis vinifera, il resveratrolo, un composto stilbenico contenuto soprattutto nella radici, nei rami e nei gambi e che si trova anche nel vino. Il resveratrolo sarebbe responsabile della resistenza della vite contro gli agenti patogeni ed è considerato avere effetti protettivi nelle malattie cardiovascolari dell’uomo.
Rusco o Ruscus Aculeatus: é considerato uno dei migliori diuretici e vasoprotettori naturali. Stimola la funzionalità renale e ha proprietà depurative, astringenti, anticellulitiche, antiedemigene antinfiammatorie e venotrofiche. Riduce la permeabilità capillare e la vasodilatazione venosa favorendo un maggior flusso linfatico. Indicato nel soggetto obeso con tendenza alla ritenzione idrica, agli edemi, alle varicosità degli arti inferiori ed alla idrolipopessia localizzata. Aumenta la resistenza capillare.
Meliloto: Melilotus officinalis contiene cumarina e flavoni. L’azione si esercita principalmente sulle vene; l’impiego interno si ha nei casi di vene varicose e di tromboflebite. Il meliloto contiene la cumarina. Di per sé essa non agisce come anticoagulante, però nei processi di fermentazione si trasforma in dicu-marolo, a forte azione anticoagulante, che agisce come antagonista della vitamina K. Così è chiaro anche che Melilotus stesso non influenza la coagulazione del sangue; esso agisce piuttosto sulle pareti delle vene, aumentando la permeabilità, e comportandosi quindi come l’escina. Ne deriva necessariamente lo stesso campo di indicazione, principalmente nelle malattie delle vene e nei disturbi provocati dalle vene varicose. In questa azione i flavoni hanno un ruolo complementare.
Ananas Sativa: contiene la bromelina, un enzima proteolitico sulfidrico, con le caratteristiche chimiche della pepsina, atte ad accelerare la digestione delle proteine. Utile nelle diete dimagranti, come antiedemigeno nella cellulite, disintossicante e diuretico.
Betulla Alba : ha proprietà diuretiche, antiinfiammatorie, anticellulitiche e depurative. Indicata nella ritenzione idrica, iperuricemia, iperazotemia e litiasi urinaria.
Protegge l’epitelio renale riducendo l’escrezione di albumina. Dissolve i noduli cellulitici sottocutanei favorendo l’eliminazione del ristagno di acqua e di cataboliti, responsabili in parte della formazione dei caratteristici noduli. Blando coleretico e sudorifero.
Ippocastano : Dai semi vengono estratti principi che prevengono la trombosi. L’ Ippocastano presenta un particolare tropismo verso il sistema venoso, linfatico e la corteccia surrenale: l’azione farmacologica manifestata risulta dalla sinergia tra escina, esculina e frazione flavonolica. 1) Azione vasocostrittrice: l’escina agisce come un potente vasocostrittore periferico senza indurre ipertensione ma aumentando la diuresi con escrezione di sodio e cloruri. Grazie all’aumento del tono venoso, le varici dilatate e tortuose si restringono e il loro percorso tende a distendersi. 2) Azione sul microcircolo: l’escina è in grado di diminuire sia il numero che il diametro dei “pori” delle pareti capillari arteriose riducendo il passaggio di liquidi dal capillare ai tessuti (essudazione). Rimane invece inalterato il riassorbimento di liquidi attraverso i capillari venosi manifestando così un drenaggio del liquido edematoso. Vengono così riassorbiti anche i metaboliti tossici capaci di generare dolore locale. L’azione dell’escina è sinergizzata dall’azione vitaminica P dei glicosidi flavonolici presenti: il loro effetto capillarotropo si manifesta con una riduzione della permeabilità e della fragilità capillare. 3) Azione antiinfiammatoria-antiedemigena: nella corteccia surrenale l’escina viene trasformata in una sostanza ad attività similcorticoide svolgendo una notevole azione riparatrice in edemi ed ematomi di origine traumatica o allergica.
A seconda dell’uso e delle patologie prese in oggetto, al fine di offrire una dieta che sia al meglio integrare la carenza di specifici ingredienti, e quindi le necessità dei singoli soggetti, si suggerisce l’uso sinergico del BENEVEIN Plus con vari altri prodotti ARCADIA, tra cui :
– Gel Gambe ed Opti Mind Plus.
RICHIAMI BIBLIOGRAFICI E PUBBLICAZIONI: Per dare evidenza di come l’attenzione sia sempre stata elevata nei confronti della salute abbiamo evidenza del fatto che il grande poeta, Giacomo Leopardi, nello Zibaldone diceva che con il progresso dell’arte medica cresce il numero delle malattie. Questa frase non è poi cosi paradossale; la “medicina originaria” (quella dell’epoca del mito, degli dei e degli eroi) concepiva la salute come uno stato di grazie, invaso dal “morbo” inteso come punizione divina della prepotenza umana. Ippocrate di Cos (460-377 a.C.), da tutti ritenuto il fondatore della moderna medicina è, ancor oggi, famoso per le sue asserzioni, delle quali, qui di seguito Vi diamo alcune evidenze:
“Che il cibo sia la tua medicina, e che la medicina sia il tuo cibo .. “
“L’uomo deve sapere che null’altro che dal cervello, provengono gioie, piaceri risate e divertimenti e dolori tristezze, sconforto e lamenti”.
“Il Cancro non si cura con il ferro del chirurgo, ma con la dieta vegetariana e le erbe mediche.“
Lucrezio e Virgilio, scrissero che nulla è più tragico delle grandi “pesti” che falcidiavano uomini ed animali in Tucidide. Isaac Newton, descrisse la grande epidemia di Londra (1666), quella che poi lo spinse a ritirarsi in campagna a meditare sulla caduta delle mele, sull’orbita della Luna e sui fondamenti del calcolo infinitesimale. Daniel Defoe evidenzia le responsabilità delle “artificiose” condizioni di vita in una metropoli. Sino a quando, circa un secolo dopo, Charles Darwin si trovò a dimostrare come la “logica dell’evoluzione biologica” fosse “a vantaggio delle specie e non degli individui che le compongono.” E’ quindi dovere della medicina “lottare perché nessuno, per quanto geneticamente svantaggiato, sia costretto a soccombere”. Anche Giovanni Pascoli, attribuiva ai medici “la voce degli apostoli”, capaci di denunciare i mali che per inclemenza della natura e per miopia della cultura affliggevano l’umanità. Prima ancora Fedro platonico disse: “Per ciò che riguarda la natura, esamina che cosa mai dicono Ippocrate e il ragionamento veritiero. Non occorre forse ragionare così riguardo alla natura di qualsiasi cosa? Innanzitutto, bisogna vedere se l’oggetto di cui vorremo essere esperti noi stessi e capaci di rendere tale un altro è semplice o multiforme. In secondo luogo, qualora sia semplice, occorre esaminare quale potenza abbia per natura, a che cosa si rivolga quando è attivo o da che cosa dipenda quando è passivo. Qualora invece abbia molte forme, dopo averle enumerate, bisogna esaminare ciascuna di esse come si è fatto per la forma unica, per vedere con quale forma ciascuna agisca naturalmente e che cosa faccia, o con quale forma subisca, che cosa subisca e per effetto di che cosa”.
Altri principi di sicuro interesse sono :
“.. La pianta è un organismo complesso, frutto dell’evoluzione biologica avvenuta in centinaia di milioni di anni. Ogni modificazione genetica provocata in essa dall’UOMO, per quanto minima, produrrà comunque un danno, un danno irreparabile, che spesso non potrà essere riconosciuto, poiché l’UOMO conosce con sicurezza poche decine di vitamine e di altre sostanze pro-vitaminiche. Viceversa le vitamine e le altre sostanze contenute nelle piante sono decine di migliaia, e sono queste le responsabili del corretto funzionamento della complessa biochimica umana e del menoma umano (DNA) .. “
“ .. La pianta costituisce una SINGOLA unità terapeutica, nella quale i principi attivi formano dei “FITO-COMPLESSI” caratteristici, legandosi o interagendo con altre molecole che vengono eliminate nel corso dei processi di purificazione. E’ il FITO-COMPLESSO, dunque, la “quintessenza” della pianta medicinale, e non il suo “principio attivo” purificato. Volendo dare una definizione di FITO-COMPLESSO, si può dire che trattasi di una Entità Biochimica Complessa che rappresenta l’unità farmacologia integrale delle piante medicinali.”
“Fito-Terapia significa terapia con la pianta (dal greco : Phitos, pianta); essa è sempre stata patrimonio di chi voleva mantenere in vita i malati e, possibilmente, portarli alla guarigione. …. Le più antiche testimonianze di Fito-Terapia sono egiziane, risalenti ad oltre il quarto millennio avanti Cristo, ma sono note anche le testimonianze cinesi, tibetane ed indiane: ad esempio, un testo erboristico cinese del terzo millennio avanti Cristo (Pen Tsao), comprendeva oltre ad un migliaio di rimedi naturali, e già allora venivano indicati in testi rimedi contro il Cancro. A tale proposito … è importante ricordare che fin da allora Ippocrate di Cos affermava che un tumore, se asportato chirurgicamente, aveva meno probabilità di guarire, mentre invece, se il paziente si sottoponeva ad una esclusiva dieta di erbe, senza farsi asportare il tumore, questi aveva più probabilità di guarire. ……”Senza nulla negare alla Chimica moderna che ha saputo riprodurre molecole cosi sterili da poterle impiegare agevolmente per iniezioni intra-vanose è necessario riconsiderare l’utilità dei farmaci chimici. La moderna Chimica farmacologia nasce dai primi esperimenti volti a ricercare l’azione biologica delle piante mediche, avviati solo verso il 1500 da Francesco Bonafede, professore in Padova, dal 1533 al 1549 e che creò il primo Orto Botanico. Tuttavia è solo verso la metà del secolo XIX e stato possibile isolare in forma pura le molecole che sono responsabili degli effetti terapeutici delle piante mediche. E’ stata cosi posta la definizione di “principio attivo”, intendendo con questo termine quelle sostanze, quei prodotti primari (metabolici, ormoni, vitamine) o secondari (alcaloidi, glucosidi, oli essenziali, ecc..) del metabolismo cellulare delle piante, che introdotte nell’organismo umano hanno la capacità di interferire sul suo metabolismo, producendo una determinata azione farmacologia. Numerosi dati sperimentali e clinici hanno, però successivamente dimostrato che l’attività biologica quantitativa, e talvolta qualitativa, dei principi attivi purificati è minore o diversa da quella esercitata dalla pianta in toto (fito-terapia). Ciò perché la pianta costituisce una singola unità terapeutica, nella quale i principi attivi formano dei “fitocomplessi” caratteristici, legandosi o interagendo con altre molecole che vengono eliminate nel corso dei processi di purificazione. E’ il FITO-COMPLESSO, dunque, la “quintessenza” della pianta medicinale, e non il suo “principio attivo” purificato usato dalla moderna Chimica farmaceutica.
Siamo inoltre ad osservare che Il Codice di Deontologia Medica contiene principi e regole che il medico deve osservare nell’esercizio della professione. In detto Codice si legge: Titolo II – Doveri generali del medico Capo I – Indipendenza e dignità della professione Art. 3 – Doveri del medico “Dovere del medico è la tutela della vita, della salute fisica e psichica dell’uomo e il sollievo della sofferenza nel rispetto della libertà e della dignità della persona umana, senza discriminazioni di età, di sesso, di razza, di religione, di nazionalità, di condizione sociale, di ideologia, in tempo di pace come in tempo di guerra, quali che siano le condizioni istituzionali o sociali nelle quali opera. La salute è intesa nell’accezione più ampia del termine, come condizione, cioè di benessere fisico e psichico della persona.”