Coenzima Q10 Plus
CODICE FEDERFARMA 910893383
Confezione da 30 capsule da 350 mg.
Componenti: Calcio Fosfato, Olio Crusca di Riso, Amido di Mais, Coenzima Q10, Beta Glucano da Saccharomyces Cerevisiae. Antiagglomeranti: Magnesio Stearato Vegetale, Silice Colloidale. Capsule in Gelatina Alimentare Colorante Titanio Biossido E171.
Indicazioni: La somministrazione esogena del coenzima Q-10 e del Beta Glucano da estrazione naturale, può costituire una fonte di sostanze protettive antiossidanti ed immunostimolanti. Tra le varie proprietà di questo Prodotto si riscontra anche quella valida di riportare efficienza agli spermatozoi.
Posologia consigliata 1 capsula al giorno.
Il coenzima Q10 è un coenzima, di natura lipidica, estremamente diffuso in natura; svolge una azione fondamentale nella produzione di energia, inoltre esplica azione antiossidante e protettiva nei confronti dei radicali liberi e lavora assieme alla Vitamina E proteggendola dall’ ossidazione. Il suo ruolo è quello di trasportatore di idrogeno. E’ un ingrediente che ha la capacità di agire quale naturale protettore della funzionalità delle cellule; più facilmente si può dire che è un moltiplicatore di benessere cellulare, è quindi da intendersi come un OTTIMO prodotto che agisce quale base costruttiva del sistema cellulare nell’organismo. Tra le varie proprietà si riscontra anche quella valida di mantenere o riportare efficienza agli spermatozoi. E’ estremamente diffuso in natura; è presente nei cereali, nella soia, nelle noci, nei vegetali, nella carne, nel pesce, negli oli vegetali. Il latte e i formaggi ne contengono quantità molto scarse.
E’ stato scoperto negli Stati Uniti nel 1957 presso l’Università del Wisconsin dal professor Crane nei mitocondri di cuore di bue. Il professor Peter Mitchell ha ricevuto il premio Nobel nel 1978 per la scoperta delle funzioni del coenzima Q 10. Nello stesso periodo, ricercatori giapponesi provarono come il coenzima Q10 sia importante nel funzionamento del cuore. Il cuore è uno degli organi umani più energetici, batte circa 100.000 volte al giorno e 36 milioni di volte in un anno, e la sua “bioenergia” dipende dal coenzima Q10. Il cuore ha la più alta concentrazione di coenzima Q10 e non sono stati mai descritti casi di intolleranza o di intossicazione di sorta con il suo uso. E’ stato inoltre usato nel cancro con risultati brillanti, nella distrofia muscolare e nell’angina pectoris.
Nei primi anni ‘80, il Dott. Folkers, Direttore dell’Institute for Biochemical Research dell’ Università del Texas assieme al Dott. Per H. Langsjoen condussero il primo studio sull’uso del coenzima Q10 nel trattamento della cardiomiopatia, una forma infarto progressivo. Seguirono 19 pazienti cui era stata diagnosticata una morte imminente e osservarono come detti pazienti mostrassero invece progressi e benefici inaspettati (Folkers and Langsjoen’s report in the Proceedings of the National Academy of Sciences of the USA – June 1985;82:4240-4).
Nel 1994 è stato pubblicato uno studio dell’Università del Texas : sono stati curati 424 cardiopatici con coenzima Q10, seguiti per un periodo di 8 anni, con dosaggi da 75 a 600 mg al giorno. I ricercatori hanno valutato che dei 424 pazienti trattati, in base alla scala della New Hearth Association (NYHA), il 58% migliorò di una classe NYHA, il 28% di due classi NYHA, e l’1,2% di tre classi NYHA.
E’ stato pubblicato su Archieves of Neurology uno studio (abstract + editoriale) eseguito su 80 pazienti affetti dalla malattia di Parkinson in un primo stadio con sintomi leggeri che ancora non richiedevano una terapia farmacologia. Somministrando dosaggi alti (fino a 1200mg/giorno) di coenzima Q10 si è osservato un rallentamento della progressione nell’arco di 16 mesi di osservazione (i pazienti evidenziavano una minore disabilità rispetto a quelli che avevano assunto il placebo); probabilmente a questi dosaggi la sostanza riesce a raggiungere i neuroni sofferenti. In passato già si era dimostrato che nella malattia di Parkinson si trova una riduzione di “complesso I” in una delle zone affette da neurodegenerazione (substanzia nigra del tronco cerebrale). Centinaia di pubblicazioni scientifiche hanno dimostrato l’efficacia e l’innocuità del coenzima Q10, che svolge un ruolo molto importante nel trasporto di elettroni, e la sua carenza comporta un deficit di trasporto di elettroni e di ossigenazione.
Alcuni articoli pubblicati su riviste mediche specializzate, suggeriscono che il coenzima Q10 possa anche essere ottimo nel trattamento del cancro.
Il Dr. Folkers descrisse l’effetto del coenzima Q10 somministrato a dieci pazienti sofferenti di cancro; Uno di questi, un uomo di 48 anni, cui era stato diagnosticato, nel 1977, un cancro ai polmoni definito “non operabile”, assumendo coenzima Q10 per ben 17 anni, non ha più sofferto e dato evidenza di problemi relati sia al cuore che al cancro. Un altro paziente, un uomo di 82 anni, fu trattato per un cancro al colon. (Biochemical and Biophysical Research Communications – April 15, 1993;192:241-5).
Il Dott. Knud Lockwood, un ricercatore del cancro in Copenhagen, Danimarca, ha descritto il trattamento, da lui somministrato a 32 pazienti dichiarati ad alto rischio di cancro al seno, a base di vitamine antiossidanti, acidi grassi essenziali e coenzima Q10. Nel suo Biochemical and Biophysical Research Communications – March 30, 1994;199:1504-8 ha scritto : “Nessuno dei pazienti è deceduto e tutti hanno dichiarato un netto miglioramento e benessere”. “Questi risultati sono eccezionali, poiché, ci si aspettava perlomeno il decesso di 4 di questi pazienti entro i primi 12 mesi, ed invece dopo 24 mesi, nessuno dei 32 pazienti era deceduto, quando ci si sarebbe aspettato che, in detto periodo, perlomeno 6 di loro fossero deceduti”. 6 dei 32 pazienti mostrano una parziale riduzione del tumore, e 2 in particolare beneficiarono della somministrazione del coenzima Q10 ad alto dosaggio. Una di loro, una signora di 59 anni, che già aveva avuto, nella sua famiglia, altri casi di cancro al seno, ebbe la rimozione di un tumore al seno sinistro. Il cancro si riformò, ma assumendo la quantità di 90 mg/giorno di coenzima Q10, si stabilizzò nella dimensione di circa 1.5-2 centimetri (circa da ½ a ¾ di inch). Il mese successivo, il dosaggio fu aumentato a 390 mg/giorno e sottoposta a mammografia si riscontrò che il tumore era totalmente scomparso. Un’altra paziente, di 74 anni, ebbe la rimozione di un piccolo tumore al seno destro; anche in questo caso il tumore si riformò, ma la paziente rifiutò di sottoporsi ad un secondo intervento, ed invece, cominciò ad assumere 300mg/giorno di coenzima Q10. Tre mesi dopo sottoposta ad esami ed ad una mammografia si evidenziò che non vi era più alcuna traccia del tumore o metastasi.
Il Dott. Lockwood, che in 35 anni ha trattato circa 7.000 casi di tumore al seno, ha scritto che fino a quando ha iniziato ad usare il coenzima Q10 “non ha mai visto una completa regressione spontanea di un tumore al seno (1.5-2 cm) e che non ha mai osservato o avuto evidenza di una regressione equivalente al risultato ottenuto con qualsiasi altra terapia anti-tumorale convenzionale”.
Recenti dati , infatti, hanno dimostrato che l’assunzione per via orale di coenzima Q10 (CoQ10), rappresenta tra le più usate terapie complementari capaci di proteggere contro la cardiotossicità e l’apatotossicità indotta da vari farmaci anticancro (J Clin Oncol 22:4418-4424,2004).
L’inabilità della medicina convenzionale di trattare tutti gli aspetti del cancro, negli ultimi decenni ha spinto sempre più pazienti a rivolgersi a terapie alternative e complementari.
CoQ10 e AIDS. Nel 1986, Folkers e Per Langsjoen cominciarono a trattare sette pazienti con HIV o AIDS. I pazienti presero differenti quantità di coenzima Q10 ma Folkers scrisse “ tutti e 7 i pazienti (3AIDS, 4ARC) si sentirono meglio da subito dopo aver cominciato ad assumere il coenzima Q10” . Biochemical and Biophysical Research Communications (June 16, 1988;153:888-96). La ricerca medica si trasforma e diventa un affare economico. L’università del Texas, dove le ricerca AIDS/CoQ10 fu condotta, fece domanda per brevettare tale uso stante gli studi fino ad allora fatti; detto brevetto (#1,011,858) fu concesso il 30 aprile 1991. Il brevetto consente al proprietario di utilizzare e sfruttare i pieni diritti relativi all’ingrediente dichiarato valido per il trattamento dell’AIDS. Nel 1993, l’Università cedette l’uso di tale brevetto a James Ryan, un banchiere ed anche uno dei pazienti dello studio di cardiomiopatia di Folkers. Ryan, titolare della Ryan Pharmaceutics pagò tale diritto poche migliaia di dollari, e lo rivendette a circa 2 milioni di dollari alla RECEPTAGEN, una ditta di biotecnologia a compartecipazione Usa/Canada. Questa società è quindi la sola a poter metter in commercio prodotti per il trattamento dell’AIDS basati sull’uso del coenzima Q10.
Un uso recente è quello nello sport: Nel 1997 Ylikosky ha studiato gli effetti derivanti dalla supplementazione di 90mg/giorno su un gruppi di 25 sciatori fondisti finlandesi sono stati trattati con coenzima Q10. I risultati dimostrarono miglioramento di tutti gli indici di performance fisica (AET, ANT e V02Max). Per meglio dire, il 94% degli atleti migliorò i tempi e la loro performance, mentre di coloro, nel gruppo, trattati con placebo solo il 33 % ottenne dei risultati.
Uno studio pubblicato dal Dott. Bill Misner (Montana – Usa) nel 2005 indica che ad un gruppo di 18 atleti (ciclisti e triatleti) volontari, suddivisi in due gruppi; il primo, di dieci atleti, cui furono somministrati 1mg di Coenzima Q10 al giorno per kilo di peso (di ogni singolo atleta), ed un secondo, di 8 atleti, cui fu somministrato un placebo. Dopo 28 giorni la concentrazione di Coenzima Q10 nel plasma era significativamente aumentata, passando da 0.91 mcg.ml-1 a 1.97 mcg.ml-1.
Vi sono indizi per ritenere che possa essere adoperato in terapia:
Nelle patologie gengivali. Carenza di coenzima Q10 sono stati spesso riscontrati in pazienti affetti da patologie gengivali;
Nella Distrofia Muscolare;
Negli sportivi per velocizzare il recupero dei muscoli affaticati o danneggiati;
Nel diabete di tipo 1 e 2. Sembra stimolare le cellule beta del pancreas migliorandone la funzione;
Nell’ateriosclerosi, inibisce l‘ossidazione del colesterolo LDL;
Nell’emicrania. Sembra diminuire del 40% il numero di attacchi.
Il Coenzima Q10 è un ingrediente dal costo molto elevato, pertanto, la somministrazione ad alti dosaggi/giorno soltanto di questo ingrediente porterebbe alla formulazione di prodotti dai costi estremamente alti. Sebbene sia sintetizzato nelle nostre cellule, la sua sintesi diminuisce con l’invecchiamento, o con la malnutrizione, o con alcuni farmaci, o con le malattie croniche, quando questo accade l’unica fonte di coenzima Q10 è l’ alimentazione; carenze del 25% comportano stato di malattia !!!
Le statine usate per abbassare il tasso di colesterolo (es. Lovastatina), possono ridurre i tassi di coenzima Q10 in quanto bloccano l’ HMG-CoA riduttasi che interviene anche nella sintesi di coenzima Q10. Ricercatori hanno trovato un calo di coenzima Q10 fino al 40% in soggetti trattati con statine per 3 settimane, generando, quindi, un palese stato di malattia (J. Am. Coll Nutr 20:591-598,2001).
Questo ci porta spontaneamente a subito domandarci “Perché, allora, se in soli 20 giorni di somministrazione di statine si arriva a generare una carenza di coenzima Q10 cosi alta nell’organismo umano, tanto da generare un conseguente palese stato di malattia, nella stragrande maggioranza dei casi, non se ne prescrive l’assunsione giornaliera a compensazione delle quantità perse??”.
E’ inoltre provato che in persone sofferenti di Diabete la presenza di Coenzima Q10 viene abbattuta anche del 65% … con conseguente, stante l’analisi delle informazioni in precedenza indicate, formazione di malattia !!!
Ultimamente si è appreso che una famosa casa farmaceutica (a livello mondiale) sottoporrà all’FDA (Food and Drug Administration) in Usa, la richiesta di un nuovo farmaco a doppia azione contro il colesterolo. La stampa ed i media dichiarano che questo prodotto potrebbe rivoluzionare il pianeta degli anti-colesterolo abbassando, da un lato le LDL ed incrementando dall’altro i livelli di HDL. Questo farmaco si basa sulla sinergia derivante tra Niacina e Simvastatina. Questo lascia intendere un business da centinaia di milioni, se non, ovviamente nel tempo, di miliardi di dollari !!!! Sorge spontanea la domanda : “ Ma si è scoperta l’acqua calda??”. La ricerca nel naturale potrebbe permettere la formulazione di validi prodotti che siano abili e capaci ad ottenere gli stessi risultati senza, per altro generare e causare gli effetti indesiderati e collaterali che si possono generare con l’assunzione di statine .. ma, stranamente, proprio quelli che sono gli ingredienti (naturali) che potrebbero permettere questi risultati vengono autorizzati all’utilizzo solo in dosi giornaliere ben inferiori a quelle che in effetti servirebbe a far funzionare con valenza questi prodotti, costringendo quindi a formulare, in ogni caso, dei prodotti registrati come farmaci.
In Italia, è uso comune prescrivere le statine, che vengono date gratuitamente dal SSN (Servizio Sanitario Nazionale) ove prescritte dal medico curante. Le statine vanno assunte per periodi molto lunghi, di certo superiori alle tre settimane, e, quindi, stante quanto sinora detto, generando nei pazienti palese stato di malattia dovuto alla carenza di coenzima Q10 che proprio l’assunsione di statine genera. Entrando nel merito puramente economico facciamo osservare che al paziente cui vengono somministrate statine si dovrebbe quindi prescrivere l’assunsione sinergica di coenzima Q10.
La ricerca ARCADIA®, da sempre basata sull’abbinamento di ingredienti naturali (validi a riportare all’organismo quegli ingredienti naturali utili, e spesso indispensabili a contrastare specifiche patologie), offrendo all’utente finale un prodotto valido alle migliori condizioni possibili (rapporto qualità/prezzo), dopo lungo periodo e test di vario genere, ci ha portato a formulare il nostro COENZIMA Q10 Plus; importante l’effetto sinergico del COENZIMA Q10 assieme al BETA GLUCANO, all’OLIO di CRUSCA di RISO, al CALCIO FOSFATO ed all’AMIDO di MAIS contenuti nel prodotto.
Il Coenzima Q10 Plus di ARCADIA® è offerto nella confezione da 30 capsule da 350mg, con la somministrazione di una caspula/giorno (dosaggio per un mese) offerto al prezzo (bloccato da anni) di euro 34.50. Nel contempo ARCADIA® ha anche formulato un prodotto specifico atto al controllo del colesterolo; il Lo Chol, nella confezione da 60 capsule (dosaggio per un mese) e con la somministrazione di due capsule/giorno offerto al prezzo di euro 17.00. Questo prodotto è valido per la prevenzione e nei casi di livelli di colesterolo da alimentazione; mentre le statine sono appropriate nei casi di colesterolo recettoriale.
Mentre le statine sono offerte gratuitamente, dietro ricetta medica, dal SSN, i prodotti ARCADIA® essendo tutti notificati al competente Ministero della Salute Italiana e registrati in tutte le maggiori Banche Dati Nazionali (FederFarma, Codifa, Gruppo CSF) ove accompagnati da semplice ricetta bianca fatta dal medico al proprio paziente, vanno pagati ma, poi, possono essere portati in detrazione, come spesa medica (nelle modalità descritte per legge).
A questo punto ci domandiamo “ma non sarebbe più valido (sia economicamente, che nel confronto della salute del singolo) sia per il paziente, che per il SSN (Servizio Sanitario Nazionale), almeno nei casi di colesterolo da alimentazione, somministrare il Lo Chol, ed invece somministrare statine, accompagnate da assunsione sinergica di coenzima Q10 nei casi di colesterolo recettoriale??
CONOSCIAMO MEGLIO IL “COENZIMA Q10 PLUS” DI ARCADIA® ED ALCUNI DEI SUOI INGREDIENTI :
BETA GLUCANO : E’ un immuno stimolante estratto dalle pareti delle celle del lievito di birra. Ha come attività quella di attivare ed aumentare i microfagi (rappresentati da leucociti polinucleati) con incremento della fagocitosi (capacità di inglobare e digerire batteri ed altro materiale estraneo) e del killing di batteri, funghi e virus. Ha proprietà eccezionali per quanto riguarda la capacità di stimolare il sistema immunitario ad annientare le cellule tumorali, oltre ai batteri. Regola la risposta insulinica negli uomini in sovrapeso, diventando un potenziale strumento per la riduzione del rischio di diabete. E’ efficace nell’abbassamento del colesterolo e dei trigliceridi.
Ricercatori dell’Università del Massachusetts, USA, hanno studiato l’effetto del betaglucano derivato dal lievito sui livelli di sierolipidi in uomini obesi e ipercolesterolemici e hanno concluso che “la fibra di beta-glucano derivata dal lievito ha abbassato significativamente le concentrazioni totali di colesterolo ed è stato ben tollerato”. (NicoIosi~ R., Bell, S.J., Bistrian, B.R., Greenberg, I., Forse,R.A. e Blackburn, G.L. (University of Massachusetts, Lowell, USA). Plasma lipid changes after supplementation with betaglucan fiber from yeast. Am. i. Clin. Nutr. Ago 1999; 70(2):208-1 2).
Ricercatori dell’Università di Gòteborg, in Svezia, hanno effettuato test clinici fra betaglucano derivato da avena e colesterolo ed hanno scoperto “il beta-glucano induce un aumento dell’escrezione di bile acida, cosa che con tutta probabilità spiega l’effetto della fibra di avena nell’abbassamento dei sierolipidi”. (Lia, A., Hallmans, G., Sandberg, A.S., Sundberg, B., Aman, P. e Andersson, H. (University of Gòteborg, Sweden). Oat beta-glucan increases bile acid excretion and a fiber-rich barley fraction increases cholestero excretion in ileostomy subjects. AmJ. Clin. Nutr. Dic 1995; 62(6):1245-51).
Ricercatori dell’Ùniversità di Ottawa, in Canada, sono andati oltre e hanno progettato un test clinico randomizzato per determinare se fosse il beta-glucano presente nella crusca d’avena ad essere responsabile dell’effetto di abbassamento del colesterolo indotto dalla crusca stessa. I risultati dei test clinici erano alquanto chiari, ovvero “il beta-glucano, principale componente della fibra solubile dell’avena, ha ridotto significativamente i livelli di colesterolo LDL e totale in adulti ipercolesterolemici senza variare il colesterolo HDL”. (Braaten, J.T., Wood, P.J., Scott, F.W., wolynetz, M.S., Lowe, M.K., Bradley-White, P. e Collins, M.W. (University of Ottawa, Canada). Oat beta-glucan reduces blood cholesterol concentration in hypercholesterolaemic subjects. Eur. i. Clin. Nutr. luglio1994; 48(7):465-74).
Questo significa che il beta-glucano abbassa i livelli del colesterolo “cattivo” senza fare altrettanto con quelli del colesterolo “buono”. I livelli di lipidi nel sangue rivestono un’importanza critica per i diabetici, quindi dei Ricercatori svizzeri hanno esaminato gli effetti del betaglucano su pazienti affetti da questa malattia hanno concluso che “i soggetti diabetici possono trarre benefici da diete ricche di beta-glucano. (Wursch, P. e Pi-Sunyer, F.X. (Nestlé Research Centre, Losanna, Svizzera). The role of viscous soluble fibre in the metabolic control of diabetes. A review with special emphasis on cereals rich in beta-glucan. Diabetes Care novembre 1997; 20(11 ):1 774-80).
Lo studio della Dr.ssa Kay Behall della USDA AES di Beltsville, Mariland, USA, e pubblicato da Nutrition Research, dichiara che l’assunsione di Beta Glucano riduce le risposte del glucosio e dell’insulina negli uomini con lieve insulina resistenza. Lo stesso studio dichiara che può abbassare i livelli di LCL-C. Lo studio è stato eseguito su 10 soggetti normali e 10 soggetti obesi. Elevate concentrazioni di glucosio e di insulina sono i principali indicatori per l’insulina resistenza e del diabete di tipo-2. I partecipanti hanno seguito una dieta controllata per due giorni, (30% grassi, 55% carboidrati, 15% proteine), poi alcuni soggetti, scelti a caso, hanno consumato muffin arricchiti in amido resistente o Beta Glucano o con entrambi i prodotti. Dopo l’assunzione di Beta Glucano, nel sangue risultava una diminuzione del glucosio. Risultati simili si sono ottenuti anche relativamente all’insulina. L’amido resistente invece ha dimostrato una minore efficacia nel controllo dei livelli di glucosio e insulina nel sangue.
OLIO di CRUSCA di RISO : Contiene antiossidanti, minerali e vitamine, in particolare gammaorizanolo (un fitosteroli non saponificabile), steroli ed acido ferulico; è un utile coadiuvante nelle IPERCOLESTEROMIE, IPERLIPEMIE, IPERPROTEINEMIA. Può essere molto valido sia in campo sportivo che in quello salutistico. In particolare, secondo alcuni studi, il gammaorizanolo :
– innalza i livelli di testosterone;
– innalza i livelli dell’ormone della crescita; – può, quindi, avere un effetto anabolizzante;
– innalza il livello delle endorfine;
– aiuta nella menopausa (interagendo con l’ormone LH);
– abbassa il livello di colesterolo cattivo (LDL) ed ha una generale azione ipolipemizzante (diminuzione dei grassi nel sangue).
– normalizza alcalinizzando il pH dell’intestino favorendo la proliferazione della giusta flora intestinale;
– è un anti-tumorale;
– è valido nei casi di Disturbi Gastrointestinali (Gastrite);
– aumenta la massa magra;
– accelera il recupero dopo sforzo fisico.
CALCIO FOSFATO BIBASICO: PROPRIETA’:
AZIONE PLASTICA ESSENZIALE PER LA FORMAZIONE DELLE OSSA E DEI DENTI: il calcio è in assoluto il minerale presente in quantità maggiore nel nostro organismo. Svolge una fondamentale azione modellante nei confronti del tessuto osseo: nel sistema scheletrico si trova infatti quasi il 99% del calcio presente nell’organismo, sotto forma di fosfato (85%), carbonato (12%) e fluoruro. Per svolgere la sua azione plastica il calcio necessita della presenza di fosforo, anch’esso infatti concentrato per l’85% nel tessuto osseo (mentre il 10% si trova nel tessuto muscolare, l’1% nel cervello e il rimanente nel sangue ed altri tessuti).
PARTECIPA ALLA FUNZIONI METABOLICHE NECESSARIE PER LA REGOLAZIONE DELL’ATTIVITA’ MUSCOLARE E NERVOSA, PROMUVE UNA CRESCITA E UNO SVILUPPO REGOLARI: il calcio coopera nell’utilizzazione della vitamina B12 e partecipa ad innumerevoli reazioni biologiche necessarie per un corretto funzionamento del sistema cardiovascolare, nervoso e muscolare, oltre che scheletrico, è pertanto essenziale per una regolare crescita dell’organismo.
SVOLGE UN RUOLO IMPORTANTE NEL REGOLARE LE FUNZIONI CARDIACHE, RENALI, NELLA COAGULAZIONE E NELL’INTEGRITA’ DEI VASI VENOARTERIOSI: la quantità di calcio presente nel torrente circolatorio, seppur piccola rispetto al calcio presente nel tessuto osseo, svolge un ruolo importantissimo per mantenere un corretto funzionamento del sistema cardiovascolare. Il calcio è ad esempio necessario per una corretta coagulazione, coopera inoltre nell’utilizzazione della Vitamina B12, vitamina antianemica, costituente peraltro del coenzima B12 (cobamamide), essenziale per la crescita e la replicazione cellulare. Una carenza di calcio può instaurarsi, oltre che per un basso apporto con la dieta (come nel caso degli intolleranti ai latticini), anche in caso di carenza di ac. cloridrico gastrico. L’assorbimento intestinale del calcio varia notevolmente da un individuo all’altro: una dieta a basso contenuto di proteine diminuisce l’assorbimento del calcio, un aumento della flora batterica intestinale (lactobacilli) invece lo aumenta. La presenza di Vitamina D3 promuove attivamente l’assorbimento del calcio ed è pertanto essenziale fornirla unitamente agli integratori di calcio.
AMIDO DI MAIS : Contiene vitamine del complesso B e del complesso A, tra queste la niacina; due importanti amminoacidi (la lisina e il triptofano). Buoni i contenuti di Sali minerali quali sodio, potassio, fosforo e magnesio. Per il ricco contenuto e le sue proprietà è ingrediente principe in molti degli alimenti per neonati.
Viene usato per : – Calcoli renali ed insufficienza renale;
– Ritenzione dei liquidi;
– Gonfiori delle gambe dovuti a patologie cardiache o gravidanza;
– Nefrite;
– Infiammazione delle vie urinarie;
– Dolori artritici, reumatismi e gotta.
Il Prof. Riccardo Alessandro, Associato di Biologia e Genetica presso il Dipartimento di Biopatologia e Metodologie Biomediche dell’Univesità di Palermo, nella sua pubblicazione “Alimentazione e Cancro: quale relazione??” dichiara “Una delle più importanti acquisizioni della ricerca sul cancro negli ultimi decenni è stata la dimostrazione che le modificazioni che caratterizzano il processo di formazione e sviluppo della neoplasia hanno una sicura base genetica. Il cancro, infatti, si origina grazie all’accumularsi di mutazioni, sia ereditate che acquisite, in differenti geni coinvolti nel controllo del ciclo cellulare, dell’adesione, della motilità, del differenziamento e della morte cellulare.” Sempre nello stesso studio si dichiara: .. “Una gran parte dei tumori si sviluppa in seguito all’esposizione a fattori di rischio ambientali, in particolare al fumo (tabacco) e a causa di abitudini dietetiche errate. Secondo l’American Institute for Cancer Research (AICR) oltre il 30% dei tumori è direttamente riconducibile all’alimentazione, intesa sia in termini quantitativi (eccesso calorico, associato ad una scarsa attività fisica) che qualitativi. Ciò significa che una larga percentuale dei tumori potrebbe essere prevenuta semplicemente con una dieta corretta ed una scelta mirata e ragionata degli alimenti.” … ”L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stessa è impegnata a preparare una “strategia globale su dieta, attività fisica e salute al fine di prevenire almeno un terzo dei tumori. L’importanza della dieta nella prevenzione primaria è evidenziata dall’osservazione che l’incidenza di determinate neoplasie varia da Paese a Paese, dove diverse sono le abitudini alimentari.” … Tra i principali antiossidanti sono indicati sia il Coenzima Q10 che il Beta Glucano.
Nel 2003, secondo quanto riportato dal World Cancer Report (WRC), sono stati registrati 10 milioni di nuovi casi di tumore e 6.2 milioni di morti, circa 16.986 al giorno !!! In Italia, ogni anno, si registrano 240.000 nuovi casi e circa 140.000 decessi.
Non si intende far utilizzare le nozioni contenute in queste pagine per scopi diagnostici o prescrittivi. Per qualsiasi trattamento o diagnosi di malattia, rivolgetevi ad un medico competente. A cura del Servizio Stampa ARCADIA ®